Molti non lo sanno, ma potrebbe esserci la possibilità di ricevere un rimborso dalla propria banca davvero cospicuo, ecco quando può accadere.
Le spese che tutti noi ci troviamo a gestire, inutile negarlo, sono tante, e possono riguardare ambiti differenti, per questo può essere quasi scontato arrivare alla fine del mese con l’acqua alla gola, senza sapere se si riuscirà a fare fronte a tutto. In casi simili non può che essere provvidenziale sapere di poter ricevere una somma aggiuntiva, a maggior ragione se inaspettata, così da sentirsi più tranquilli. È il caso, ad esempio, di un rimborso che si può ottenere dalla propria banca. che può essere davvero cospicuo, ma che non tutti sono a conoscenza di poter ricevere.

È fondamentale essere informati a riguardo e non farsi trovare impreparati, in modo tale da far valere i propri diritti, per questo sarebbe bene riuscire a instaurare un rapporto di massima trasparenza con la propria filiale, così da comprendere quali siano i passi necessari da fare. La prima azione da compiere consiste in una valutazione complessiva del contratto stipulato quando si è aperto il conto corrente, in modo tale da verificare se tutto sia regolare.
Rimborso in arrivo dalla banca: ecco quando può avvenire
Il rapporto che dovrebbe esserci tra banca e cliente dovrebbe essere all’insegna della fiducia reciproca, per questo chi sottoscrive un conto corrente dovrebbe sapere di potersi rivolgere alla filiale di riferimento se dovesse avere qualche necessità, con la speranza di non trovare un muro davanti. È infatti riduttivo, oltre che sconfortante credere che questo possa portare solo alla gestione di stipendio e pensione o ai vari pagamenti che si devono effettuare.
Non può quindi che essere determinante accertarsi di tutti i dettagli inseriti nel contratto, cosa che non tutti però tendono a fare senza rendersi conto della presenza di alcune clausole che possono portare a spese che non si sapeva di dover affrontare. Un ruolo determinante in questo ambito viene svolto dalle commissioni, che possono comportare oneri che a lungo andare possono rivelarsi non indifferenti. Queste potrebbero riguardare la gestione del conto (non tutti sono gratuiti, anche se pensiamo sia così), le varie operazioni eseguite, come bonifici, prelievi o domiciliazioni delle utenze, e altri servizi accessori a cui si aderisce, come la possibilità di ricevere comunicazioni in tempo reale quando si fa o si riceve un pagamento.

A tutela del cittadino interviene però l’articolo 117 del Testo Unico Bancario, che precisa la necessità di rendere trasparenti da parte dell’istituto di credito tutte le commissioni che sono a carico dell’utente. Qui si specifica che la commissione debba essere calcolata in modo proporzionale rispetto alla somma messa a disposizione del cliente e alla durata dell’affidamento, oltre a non poter essere superiore dello 0,5% a trimestre rispetto all’importo. L’unica che può essere a carico deve essere comprensiva del tasso di interesse debitore sulle somme prelevate. Le clausole con oneri differenti finiscono così per essere considerate nulle.
Qualora questi principi non venissero rispettati, è così possibile chiedere direttamente alla banca un rimborso, avendo cura di presentare tutta la documentazione necessaria che dimostri la situazione. Oltre a mostrare il contratto di finanziamento, servono le ricevute di pagamento e una copia di tutte le comunicazioni che ci sono state con la filiale.

In molti finanziamenti sottoscritti è possibile, ad esempio, ottenere un indennizzo se si è provveduto a estinguerlo prima della scadenza, in riferimento al periodo non goduto. Qualora non ci fosse risposta da parte della banca entro 30 giorni (è consigliabile fare l’istanza con raccomandata A/R), è possibile fare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario, che garantisce sostegno in modo economico. Se non andasse a buon fine nemmeno questo tentativo, è consigliabile avvalersi dell’assistenza di un legale.