Resoconto della Terza giornata dimostrativa Trainagro.

Published by Francesca Bonello on

Il drone, o APR (Aeromobile a Pilotaggio Remoto) è stato l’oggetto della III giornata dimostrativa TRAINAGRO che si è tenuta martedì 8 maggio a Cascina Valentino in Pizzighettone.

È stata una giornata molto partecipata che ha visto in qualità di relatori/dimostratori:

Buoli Rossano e Roberto della ditta Buoli snc , contoterzisti dal 1946 e che da tre anni, attraverso una serie di servizi specializzati, quali anche l’utilizzo del drone in agricoltura, affrontano la nuova sfida dell’agricoltura 4.0

Marco Zabelli tecnico del consorzio dell’Emilia, che ha fornito importanti informazioni sulla piralide del mais (Ostrinia nubilalis), sui danni economici e sulla salute di animali e popolazione che indirettamente può arrecare, e relative tecniche di controllo tra cui la possibilità di utilizzare il drone anche su superfici di piccole dimensioni.

Alla giornata era presente anche Giovanni Bellettato, della ditta Biocare, produttore delle capsule o palline di cellulosa contenenti uova di Trichogramma Brassicae impiegate per il trattamento della giornata dimostrativa

Roberto e Rossano Buoli, dopo aver predisposto sul luogo, tramite apposita app, un piano di volo, hanno effettuato un volo dimostrativo sugli apprezzamenti limitrofi con un drone appositamente equipaggiato per alloggiare il kit di distribuzione contenenti le capsule del trattamento.

L’utilizzo del drone, laddove consentito dalla normativa, permette una vera e propria rivoluzione della pratica agricola.

Il drone non solo ha una funzione di supporto ai monitoraggi attraverso le termocamere (e’ possibile ad es. rilevare le mappe del vigore vegetativo, il fabbisogno idrico delle colture o la presenza puntuale di eventuali infestazioni), ma ha anche una funzione attiva. Si utilizza, per esempio, per la diffusione di pollini sulle piante arboree di noce, nello spargimento di fertilizzanti e per la distribuzione di insetti utili a combattere alcune malattie, come nel caso della piralide che è stato presentato.

La piralide è un lepidottero di origine euroasiatica che da sempre e’ presente in Italia ma che negli ultimi anni ha aumentato il suo impatto sulle coltivazioni. Le sue larve danneggiano numerose piante erbacee, sia coltivate che spontanee, tra cui pomodori, peperoni, fagioli, bietola etc, ed il mais è il suo bersaglio preferito.

Un metodo alternativo a quello chimico tradizionale per il controllo della piralide è l’uso del Trichogramma brassicae, un piccolo imenottero che depone il suo uovo proprio all’interno delle uova della piralide distruggendole. Affinché l’intervento di distribuzione del tricogramma con il drone sia efficace va valutato correttamente il tempo di applicazione in quanto deve coincidere con la deposizione delle uova della prima generazione di piralide.

Questa pratica ha un’efficacia pari a quella dei fitofarmaci. Confrontando il trattamento biologico con il drone e quello con i tradizionali prodotti fitosanitari emergono alcuni punti di forza ma anche qualche punto di debolezza. Innanzitutto non c’è tempo di carenza, il trattamento si può effettuare anche se il terreno bagnato ed in presenza di ostacoli (ad esempio le manichette per irrigazione), non si ha compattamento del terreno, si può fare il trattamento anche in terreni in pendio o in ambiti non serviti dalla meccanizzazione spinta, si può eseguire il trattamento anche su coltivazioni con interfila di 45cm senza arrecar loro danno, si ha un notevole risparmio di carburante, si riduce l’impronta carbonica e il consumo idrico, si mantiene la biodiversità.

Il costo è comparabile, o poco superiore ad un trattamento tradizionale

Di contro, il trattamento deve essere tempestivo, va meticolosamente studiato in quanto vanno valutati eventuali impedimenti al volo e va costruito un apposito piano di volo, è importante un corretto monitoraggio , che prevede l’utilizzo eventualmente di trappole a feromoni, per individuare il momento adatto, e vanno ordinate e consegnate con tempestività le biocapsule che, contenendo materiale vivente (larve di tricogramma a diversi stadi di sviluppo) sono delicate da conservare e dunque va garantita la catena del freddo (oltre i 5-6 gradi il tricogramma comincia a sfarfallare). Un altro limite è che il trattamento con tricogramma ovviamente non è compatibile con altri trattamenti insetticidi.

Questo il link all’articolo che Imageline agronotizie ha pubblicato sulla giornata https://agronotizie.imagelinenetwork.com/difesa-e-diserbo/2019/05/13/droni-contro-piralide-del-mais-uno-a-zero/62927

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