Il contesto territoriale lombardo
Il contesto territoriale lombardo
Il sistema agro-alimentare lombardo è il più importante a livello italiano ed uno dei più rilevanti nel contesto europeo, secondo il Rapporto 2019 sul Sistema Agroalimentare della Lombardia. Nel 2018 il valore della produzione agro-industriale regionale ha raggiunto i 13,5 miliardi di euro, con un incremento del 2,2% rispetto al 2017, in misura pari al corrispondente dato nazionale. La produzione agricola, le attività connesse e quelle di trasformazione alimentare si svolgono in circa 56.000 strutture produttive, coinvolgendo circa 233.000 lavoratori, di cui 148.000 stabilmente occupati, pari al 3,4% delle unità lavo-rative lombarde.
La superficie media delle aziende agricole lombarde è oltre il doppio di quella italiana e superiore del 41% rispetto a quella comunitaria, la dimensione media degli allevamenti bovini è circa 3,5 volte quella UE. La dimensione economica media lombarda è circa sei volte quella media UE, il valore della produzione per ettaro è 4,3 volte la media comunitaria e quello per unità lavorativa 4 volte.
L’attività agricola è un importante fattore occupazionale; gli addetti a livello regionale sono pari a 124 mila unità. Il livello di istruzione superiore dei conduttori lombardi e la maggiore frazione di titoli specializzati è certamente significativa e consente un migliore recepimento delle innovazioni tecnologiche.
La maggior parte delle aziende agricole è di tipo familiare e lo scarso ricambio generazionale continua ad essere un fattore critico per i settori produttivi tradizionali – cereali e zootecniaA livello giovanile particolarmente dinamici appaiono i settori dell’orticoltura, della riproduzione delle piante, e di tutti i settori dell’allevamento ad eccezione degli avicoli. Vice-versa il ricambio appare fortemente limitato nel settore della cerealicoltura ma ridotti ingressi di giovani vi sono anche nei settori della floricoltura e della viticoltura
I primi due anni di progetto si sono concentrati sulle aziende del Parco Adda Sud. Se sei interessato ad approfondire l’argomento consulta il documento sul contesto territoriale disponibile nella sezione “Prodotti e Materiali” del sito.
Gli agricoltori lombardi e l’uso dei fitofarmaci: un uso sostenibile?
In questo contesto, la gestione dei prodotti fitosanitari, ampiamente usati dalle aziende agricole per raggiungere un elevato livello produttivo delle colture, è fonte di criticità a causa dei potenziali impatti su ambiente e salute. Nel caso volessi approfondire i livelli da inquinamento da fitofarmaci nelle acque superficiali del parco Adda sud, area presa in considerazione dal precedente progetto, ti consigliamo di leggere il relativo documento.
La frammentarietà e le dimensioni eterogenee delle aziende agrarie lombarde – alcune delle quali anche piccole o medio-piccole – nonché la scarsa consapevolezza da parte di diversi agricoltori dei rischi per la salute umana e per l’ambiente connessi alle pratiche fitosanitarie (dovuta anche all’età media dei conduttori agricoli) sono aspetti che possono ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità in agricoltura fissati dall’Unione Europea così come previsto dalla Direttiva 2009/128/09CE.
In particolare, in base a quanto emerso dall’indagine svolta nella precedente area studio, la zona del Parco Adda Sud ospita un’agricoltura fortemente meccanizzata e specializzata, che fa capo anche ad aziende di grandi dimensioni, in cui le lavorazioni spesso vengono delegate a contoterzisti.
L’indagine è stata possibile grazie alla collaborazione delle associazioni di categoria ed ha raggiunto circa un centinaio di aziende agricole fornendo informazioni utili per tarare le attività del progetto. Dal questionario è emerso, ad esempio, che anche la fascia giovanile di età è ben rappresentata ed in genere c’è una discreta competenza e formazione per quanto riguarda gli aspetti della gestione sostenibile dei prodotti fitosanitari per il cui uso è necessaria un’abilitazione. I risultati, evidenziati nell’infografica sottostante, rivelano una discreta consapevolezza degli imprenditori agricoli in merito alle responsabilità e ai rischi connessi all’uso dei prodotti fitosanitari, a fronte di alcuni aspetti critici, come la scarsa conoscenza dei vincoli in etichetta, che in quanto obbligatori implicano delle sanzioni in caso di uso indiscriminato dei Prodotti fitosanitari. Per vedere nel dettaglio i risultati dell’indagine puoi consultare il documento “Indagine sulla gestione dei prodotti fitosanitari”.
“Indagine sulla gestione dei prodotti fitosanitari”.
Il contesto normativo sull’uso sostenibile dei fitofarmaci
Data la complessità dell’argomento, il trasferimento e la condivisione di informazioni, competenze ed esperienze tra ricerca scientifica e tecnologica, aziende e altri attori del settore, sono fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale in agricoltura. Come previsto dalla Direttiva 2009/128/09, l’Italia, come ogni altro Stato Membro, ha adottato un Piano di Azione Nazionale (PAN) che definisce gli obiettivi, le misure, i tempi e gli indicatori per la riduzione dei rischi e degli impatti derivanti dall’utilizzo dei prodotti fitosanitari, e mira ad incoraggiare lo sviluppo della difesa integrata e di approcci o tecniche colturali alternative al fine di ridurre la dipendenza dall’utilizzo di prodotti fitosanitari.
La Regione Lombardia ha emanato la D.g.r. n. X/3233 del 6 marzo 2015 per l’attuazione del PAN, in modo da contestualizzare i principi dell’uso sostenibile a livello regionale. In particolare, all’interno del suddetto PAR (Piano d’Azione Regionale), la Regione Lombardia ha esplicitato una serie di vincoli all’utilizzo di alcuni fitofarmaci particolarmente utilizzati, che sono stati ritrovati con una certa diffusione sulle acque superficiali (Terbutilazina, Glifosate, Oxidiazon).
A breve PAN e PAR verranno sottoposti ad una revisione che potrebbe modificare il contesto normativo.