Linee Guida – Capitolo 3a

Linee Guida - Capitolo 3a

Pianificazione del trattamento e preparazione della miscela

Punti chiave e priorità

  • Il trattamento deve essere pianificato esclusivamente in funzione delle effettive esigenze della coltivazione, valutato con appropriati metodi di monitoraggio e nel rispetto dei principi e dei criteri della Difesa Integrata.
  • La pianificazione dei trattamenti si concretizza attraverso una serie di azioni preliminari che riguardano le attrezzature impiegate, la definizione dei parametri operativi, la corretta manipolazione dei prodotti fitosanitari, la valutazione di misure di mitigazione da adottare in presenza per es. di aree sensibili o corpi idrici da rispettare.
  • Ad ogni trattamento occorre effettuare le necessarie verifiche e attuare tutte le precauzioni per impedire eventuali contaminazioni dell’operatore e dell’ambiente.

Le fasi preliminari all’esecuzione del trattamento sono molto importanti al fine di prevenire i rischi legati all’utilizzo dei prodotti fitosanitari. Generalmente si compongono di una serie di operazioni/ decisioni sia di carattere periodico sia legate allo specifico intervento. Infatti, alcune operazioni di pianificazione possono essere effettuate periodicamente (es. acquisto dell’attrezzatura irrorante e relativo controllo funzionale, individuazione dei pozzi e delle aree vulnerabili, ecc.), altre devono essere ripetute ogni volta che si esegue un trattamento (es. scelta del tipo di ugello, del volume di irrorazione, ecc.).



3.1 Operazioni preliminari

3.1.1 Aspetti strutturali

Acquisto dell’attrezzatura

La scelta dell’irroratrice è fondamentale nell’ottica di prevenire sia i rischi di contaminazione puntiforme che, soprattutto, quella di tipo diffuso. Per quanto riguarda l’acquisto si devono considerare gli aspetti economici (disponibilità di spesa e periodo di utilizzo ipotizzato, es. medio o lungo termine), quelli legati all’offerta del rivenditore e all’assistenza tecnica fornita e non ultimo, quelli dovuti a specifiche esigenze aziendali.

La Direttiva 2009/127/CE, recepita con il D.Lgs. 124/12, per quanto riguarda le macchine irroratrici stabilisce requisiti essenziali di protezione ambientale applicabili alla progettazione e costruzione. Possono essere immesse sul mercato solo le macchine che, mediante autocertificazione del costruttore, soddisfano i requisiti del decreto e che non pregiudicano la sicurezza e la salute delle persone, degli animali e dei beni e dell’ambiente.

Il fabbricante dell’irroratrice deve garantire che sia stata effettuata una valutazione dei rischi di contaminazione dell’ambiente da prodotti fitosanitari. Le macchine irroratrici devono essere progettate/costruite in modo da poter essere utilizzate, regolate e sottoposte a manutenzione senza causare un’esposizione dell’ambiente ai prodotti fitosanitari.
Tutte le irroratrici nuove di fabbrica devono essere conformi ai requisiti CE, anche per la manutenzione. Al momento dell’acquisto, verificare la presenza del marchio CE sulla macchina e la disponibilità del certificato di conformità.
L’agricoltore è tenuto a prendere visione del contenuto del manuale d’uso e manutenzione dell’attrezzatura, nel quale il costruttore, in rispetto della marcatura CE, è tenuto a riportare anche le indicazioni previste della Direttiva 2009/127/CE in tema di protezione ambientale.

Tabella 3.1 - Sinottico sulla Direttiva 2009/127/CE
Direttiva 2009/127/CE (emendamento Direttiva Macchine)
Considerazioni generali

Le attrezzature per l’applicazione di prodotti fitosanitari devono essere progettate e costruite in modo da poter essere utilizzate, regolate e sottoposte a manutenzione senza causare un’esposizione non intenzionale dell’ambiente.

Comando e controllo

Devono essere possibili, con facilità e accuratezza, il comando, il controllo e l’arresto immediato dell’applicazione dalle postazioni operative.

Riempimento e svuotamento

Le attrezzature devono essere progettate e costruite in modo tale da facilitare il riempimento preciso con la quantità necessaria di prodotto fitosanitario e assicurare lo svuotamento agevole e completo, prevenendo ogni dispersione accidentale ed evitando ogni contaminazione di fonti idriche nel corso di tali operazioni.

Dose di applicazione

Le attrezzature devono essere munite di dispositivi che permettano di regolare in modo facile, preciso e affidabile la dose di applicazione.

Distribuzione, deposizione e dispersione di prodotti fitosanitari

Le attrezzature devono essere progettate e costruite in modo da assicurare che il prodotto fitosanitario sia depositato nelle zone bersaglio, da ridurre al minimo le perdite nelle altre zone e da evitarne la dispersione nell’ambiente. Se del caso, deve essere garantita una distribuzione uniforme e una deposizione omogenea.

Dispersione durante la disattivazione

Le attrezzature devono essere progettate e costruite in modo tale da prevenire la dispersione in fase di disattivazione della funzione di applicazione.

Lavaggio

Le attrezzature devono essere progettate e costruite in modo da consentire un lavaggio agevole e completo senza contaminazione dell’ambiente.

Riparazione

Le attrezzature devono essere progettate e costruite in modo da facilitare la sostituzione delle parti usurate senza contaminazione dell’ambiente.

Ispezioni

Deve essere possibile collegare con facilità alle macchine gli strumenti di misura necessari per verificare il buon funzionamento delle stesse.

Marcatura di ugelli, filtri a cestello e altri filtri

Ugelli, filtri a cestello e altri filtri devono essere contrassegnati in modo che il loro tipo e la loro dimensione possano essere identificati chiaramente.

Indicazione del prodotto fitosanitario in uso

Se del caso, le attrezzature devono essere munite di uno specifico supporto su cui l’operatore possa apporre il nome del prodotto fitosanitario in uso.

Istruzioni

Devono figurare indicazioni in merito a:

  • precauzioni da prendere durante le operazioni di miscelazione, carico, applicazione, svuotamento, lavaggio, riparazione e trasporto per evitare la contaminazione dell’ambiente;
  • condizioni dettagliate d’uso per i diversi ambienti operativi previsti, comprese le corrispondenti predisposizioni e regolazioni richieste per assicurare la deposizione dei prodotti fitosanitari nelle zone bersaglio, riducendo al minimo le perdite nelle altre zone e per assicurare la distribuzione uniforme e la deposizione omogenea dei prodotti fitosanitari;
  • gamma dei tipi e delle dimensioni degli ugelli, dei filtri a cestello e degli altri filtri che possono essere utilizzati con l’attrezzatura;
  • frequenza dei controlli, criteri e metodi per la sostituzione delle parti soggette a usura che influiscono sul corretto funzionamento dell’attrezzatura (es. ugelli, filtri, ecc.);
  • specifiche della taratura, della manutenzione giornaliera, della preparazione per l’inverno e degli altri controlli necessari per assicurare il corretto funzionamento dell’attrezzatura;
  • tipi di prodotti fitosanitari che possono provocare anomalie nel funzionamento dell’attrezzatura;
  • aggiornamento da parte dell’agricoltore del nome del prodotto fitosanitario in uso nel supporto specifico;
  • collegamento e uso di attrezzature e di accessori speciali e le necessarie precauzioni da prendere;
  • requisiti nazionali in materia di controlli regolari a cui l’attrezzatura può essere soggetta da parte degli organi designati in base alla Direttiva 2009/128/CE;
  • caratteristiche delle attrezzature che devono essere sottoposte a controllo per assicurarne il corretto funzionamento;
  • istruzioni per il collegamento dei necessari strumenti di misurazione.


Le irroratrici assemblate (prive di marchio ufficiale), o modificate, devono essere in grado di soddisfare gli stessi requisiti richiesti per le irroratrici nuove di fabbrica.
Anche per le irroratrici in uso è condizione fondamentale che siano conformi ai requisiti costruttivi, di funzionalità e sicurezza indicati nelle Direttive 2009/127/CE e 2009/128/CE. L’evoluzione degli strumenti dell’agricoltura di precisione potranno fornire ulteriori criteri, rispetto a quelli di seguito riportati, da considerare nella scelta dell’attrezzatura irrorante.

Scelta in base al volume di distribuzione

In termini generali i volumi di soluzione da distribuire dipendono dal tipo di coltura associata al livello di bagnatura necessario per garantire un controllo efficace dell’avversità. In base a questo principio le irroratrici si dividono in 2 importanti categorie: atomizzatori per colture arboree, eroganti volumi mediamente elevati, e irroratrici per colture erbacee di pieno campo (industriali, cereali e orticole), in grado di distribuire volumi più contenuti. E' opportuno scegliere attrezzature in grado di garantire i livelli di bagnatura consigliati e che consentano di minimizzare la potenziale dispersione della miscela nel corso del trattamento.

Scelta della macchina in base a caratteristiche che consentano di ridurre al minimo la quantità di volume residuo, ottimizzare l’utilizzo delle miscele e limitare le perdite

Per la scelta dell’irroratrice è importante valutare la quantità di miscela che la macchina non è in grado di erogare. E' bene documentarsi prima dell’acquisto al fine di orientarsi verso quei modelli che minimizzano il volume residuo non distribuibile (non aspirato dalla pompa). Questo è in parte diluibile (normalmente comprende il contenuto rimasto in cisterna e nelle tubazioni a monte delle sezioni di mandata agli ugelli) e in parte non diluibile (tipicamente il contenuto dei tubi di mandata a valle del regolatore di pressione). E' buona norma anche impiegare irroratrici che consentano di raccogliere il liquido rimasto attraverso un rubinetto di scarico del serbatoio, orientato in modo tale da impedire la contaminazione dell’operatore.

Tabella 3.2 - Requisiti previsti dalle norme internazionali
REQUISITI PREVISTI DALLA ISO 16119
Barre irroratrici Il volume totale residuo non deve eccedere lo 0,5% del volume dichiarato del serbatoio più 2 l per metro di barra.
Atomizzatori Il volume totale residuo non deve eccedere:
  • 4% della capacità dichiarata per serbatoi con capacità inferiore a 400 l;
  • 3% della capacità dichiarata per serbatoi con capacità compresa fra 400 l (incluso) e 1000 l (incluso);
  • 2% della capacità dichiarata per serbatoi con capacità superiore a 1000 l.
REQUISITI PREVISTI DALLA ISO 19932
Irroratrici a spalla La quantità di liquido residua all’interno del serbatoio deve essere ≤250 ml nel caso di serbatoi con capacità dichiarata ≤17 l e ≤1,5% della capacità nel caso di serbatoi con capacità >17 l

Per ottimizzare l’utilizzo delle miscele, è importante dare la preferenza ad irroratrici dotate di dispositivi antigoccia sugli ugelli. I dispositivi antigoccia devono garantire che 8 secondi dopo la chiusura delle valvole non vi sia più liquido che fuoriesca dagli ugelli. Da ciascun ugello non devono uscire più di 2 ml di liquido nei 5 minuti successivi (ISO 16119). Inoltre, è importante la presenza di dispositivi per agevolare l’introduzione del prodotto fitosanitario nel serbatoio dell’irroratrice, ossia di premiscelatori e di ugelli lava contenitori posti in corrispondenza del filtro a cestello nell’apertura principale del serbatoio, che consentono il risciacquo immediato del contenitore vuoto di prodotto fitosanitario. E' preferibile optare per i dispositivi premiscelatori che consentono all’operatore di lavorare da terra, senza doversi arrampicare sul serbatoio della macchina irroratrice. I premiscelatori possono essere sia montati sull’irroratrice e alimentati dalla pompa della macchina, sia indipendenti e alimentati dalla rete idrica aziendale. L’agricoltore dovrebbe verificare il corretto funzionamento di tali dispositivi durante le fasi di introduzione del prodotto fitosanitario e di premiscelazione. Il lavaggio del contenitore deve poter essere effettuato solo con acqua pulita e deve garantire un residuo nella confezione < 0,01% del suo volume nominale (ISO 16119).

Esempio di premiscelatore

Sempre al fine di ottimizzare l’uso delle miscele, è opportuno scegliere irroratrici dotate di sistemi di agitazione in grado di garantire una buona miscelazione dei formulati e limitare la formazione di depositi nel serbatoio (ciò semplifica le operazioni di pulizia interna del serbatoio a fine trattamento).
Considerare nelle irroratrici per le colture erbacee l’opportunità della presenza del GPS o di un dispositivo traccia fila a schiuma in modo da assicurare un’esatta distribuzione dei prodotti ed evitare la sovrapposizione del trattamento. La presenza obbligatoria di una scala di lettura del serbatoio precisa e facilmente leggibile è utile anche per individuare e limitare eventuale perdite. Il riempimento del serbatoio fino al volume massimo − tipicamente 105% del volume nominale (ISO 16119) − comporta dei rischi di traboccamento della schiuma e del liquido durante la movimentazione della macchina. Non utilizzare serbatoi (sia principali che lava impianto) che non siano espressamente realizzati per il trasporto delle miscele fitoiatriche. Nel caso in cui l’azienda non disponga di conta litri automatici, preferire irroratrici equipaggiate di sensori di allarme montati sul serbatoio per segnalare il livello di troppo pieno ed evitare la fuoriuscita della miscela durante il riempimento. Assicurarsi di scegliere irroratrici con sistemi di chiusura del serbatoio sicuri, in grado di impedire la sua apertura accidentale.

Presenza di soluzioni per la sicurezza dell’operatore e per la manutenzione e pulizia

Serbatoio lavamani

Le irroratrici devono essere equipaggiate di serbatoio di acqua pulita a disposizione dell’operatore (“lavamani”) e prevedere con facilità e sicurezza le operazioni di pulizia dei filtri.
Con l’entrata in vigore della Direttiva 2009/127/CE, diventa obbligatoria anche la presenza del serbatoio lava impianto. In base alla norma ISO 16119, il volume del serbatoio lava impianto deve essere di almeno il 10% della capacità dichiarata del serbatoio principale o di 10 volte il volume del residuo diluibile. La connessione, inoltre, deve essere tale da consentire di lavare separatamente le tubazioni e il serbatoio principale. Il lavaggio interno del serbatoio deve consentire di eliminare almeno l’80% della contaminazione. Alla fine del processo di lavaggio il liquido che rimane nell’irroratrice deve avere una concentrazione inferiore al 2% della concentrazione iniziale.

Per ciascuna irroratrice il costruttore dovrebbe fornire all’agricoltore i dati relativi al volume non distribuibile e le procedure per ottenere la massima diluizione possibile della miscela residua.

Serbatoio lavaimpianto

Le macchine già in uso e prive di serbatoio lava impianto possono essere facilmente dotate dello stesso; sono disponibili in commercio dei kit di serbatoio ausiliari da applicare in prossimità del serbatoio principale e collegabili alla pompa principale dell’irroratrice.
Tutte le irroratrici devono anche essere dotate di un punto di attacco alla pompa per consentire il lavaggio esterno della macchina in campo con l’acqua contenuta nel serbatoio lava impianto.

Controllare se l’irroratrice è equipaggiata con i dispositivi tecnici necessari per effettuare le riparazioni di emergenza in condizioni di sicurezza (ISO 16122; ISO 16119; ISO 4245-6.2).

Area attrezzata per la preparazione della miscela

Per quanto riguarda l’area attrezzata per la miscelazione del prodotto, il riempimento dell’irroratrice e, successivamente, il lavaggio e la gestione dei reflui di fine trattamento è bene rispettare standard di sicurezza in grado di consentire la riduzione dei rischi di contaminazione puntiforme e per la salute dell’uomo. Verificare la legislazione locale vigente circa le procedure da seguire per la realizzazione dell’area attrezzata, i parametri di rischio specifici (es. punti di captazione dell’acqua potabile) ed effettuare eventualmente una valutazione puntuale tenendo conto della presenza di pozzi, della situazione geografica, pedologica e geologica. Avvalersi se necessario di un esperto.
In particolare:

Esempio di area attrezzata
  • assicurarsi che nell’area attrezzata la superficie pavimentata sia impermeabile e dotata di pozzetto, non collegato alla rete fognaria, per la raccolta di eventuali perdite. Prevedere la possibilità di raccogliere l’acqua contaminata da prodotti fitosanitari per avviarla allo smaltimento. Prevedere il recupero anche di schizzi e perdite sulla superficie dell’area attrezzata. In alternativa utilizzare teli di plastica per raccogliere schizzi e perdite;
  • particolari precauzioni devono essere adottate quando si opera su suoli permeabili o in prossimità di corpi idrici, o condutture fognarie. Se non si dispone di un’area attrezzata si consiglia di mantenere una distanza minima di 20 m dai corpi idrici se si lavora su suolo inerbito. Evitare di scegliere aree con suoli molto permeabili o sovrastanti falde acquifere. Prevedere di non riempire l’irroratrice su suoli sensibili all’erosione e/o su pendii rivolti verso aree sensibili.

Aree sensibili dell'azienda

E' importante fare la mappatura dei terreni e individuare le aree edificate, quelle frequentate dalla popolazione, quelle naturali protette, i pozzi, gli allevamenti, in prossimità o all’interno dell’azienda.
La pianificazione degli interventi è inoltre subordinata alle caratteristiche delle singole aziende al fine di individuare tutte le aree da “proteggere” e di evitare la contaminazione delle acque e dell’ambiente circostante.
Di conseguenza occorre mettere in atto misure di mitigazione dirette come:

  • la copertura dei pozzi; preferibilmente prolungare il rivestimento del pozzo al di sopra del livello del terreno (almeno 25 cm sopra il livello del terreno o 50 cm al di sopra del pavimento o del livello delle inondazioni registrato negli ultimi 100 anni). Assicurarsi che il rivestimento del pozzo sia adeguatamente stuccato. Qualora si dovessero costruire nuovi pozzi per l’approvvigionamento idrico a fini irrigui, realizzarli lontano da aree dedicate al riempimento e lavaggio delle irroratrici;
  • la realizzazione di fasce di rispetto di ampiezza adeguata e/o di formazioni lineari arboreo arbustive in presenza delle aree da salvaguardare sopra specificate.

In ogni caso non trattare nelle zone di rispetto relative a punti di prelievo di acque destinate al consumo umano: la legge prevede infatti che intorno a pozzi o sorgenti di acque destinate al consumo umano è vietato eseguire qualunque tipo di trattamento con prodotti fitosanitari entro un raggio di 200 metri (D.Lgs. 152/06, art. 94) se non diversamente specificato da leggi regionali o provinciali.

3.1.2 Aspetti comportamentali

Formazione e Aggiornamento

Un primo aspetto è quello di consolidare la preparazione e le conoscenze tecniche di base relativamente alle attività legate all’applicazione dei prodotti fitosanitari.
In questo caso sono fondamentali le opportunità di formazione date dai corsi per il rilascio del certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo previsti dal D.Lgs. 150/2012. Inoltre, è importante aggiornare le proprie conoscenze per quanto attiene le tecniche ecocompatibili (es. infrastrutture ecologiche quali le siepi) e della difesa integrata sulle colture agrarie. Importanti sono anche le acquisizioni delle migliori tecniche di gestione del suolo, dell’energia utilizzata, della salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio.

Controllo delle attrezzature

Ulteriori aspetti comportamentali fanno riferimento alle attrezzature, alla loro corretta gestione, regolazione e manutenzione.
Allo scopo di garantire il mantenimento dell’efficienza delle attrezzature e per ottenere un elevato livello di sicurezza a tutela della salute umana e dell’ambiente, la Direttiva 2009/128/CE prevede differenti tipi di interventi tra loro complementari:

  • il controllo funzionale periodico, da effettuarsi esclusivamente presso centri prova autorizzati;
  • la regolazione, che compete direttamente agli utilizzatori, che possono decidere anche di avvalersi dei centri prova (regolazione strumentale);
  • manutenzione, da parte degli utilizzatori.

Controllo funzionale periodico

Misurazione della portata degli ugelli

Per controllo funzionale si intende l’insieme di verifiche e controlli, eseguiti con l’ausilio di apposita attrezzatura e seguendo uno specifico protocollo di prova, atti a valutare la corretta funzionalità dei componenti di una macchina irroratrice. Le modalità di esecuzione del controllo funzionale, le caratteristiche delle attrezzature da impiegare per la sua effettuazione, i protocolli di prova da seguire e i relativi limiti di accettabilità, le indicazioni relative alle irroratrici oggetto di deroghe o escluse dal controllo periodico vengono riportate all’interno del Piano di Azione Nazionale (PAN) e nella pubblicazione prodotta da ENAMA “Attività di controllo funzionale e regolazione delle macchine irroratrici in Italia”.

Verifca del proflo di distribuzione di una barra

L’agricoltore, dopo aver richiesto ad un centro autorizzato di sottoporre la propria irroratrice al controllo funzionale, si deve presentare nel luogo e nel giorno stabilito con la macchina irroratrice pulita in ogni suo componente e con il trattore che viene normalmente utilizzato per i trattamenti fitosanitari in azienda. E' opportuno che l’agricoltore prima di sottoporre la propria irroratrice al controllo funzionale faccia una verifica della funzionalità dei suoi principali componenti.

In ogni caso il controllo funzionale periodico deve essere effettuato presso centri prova autorizzati dalle regioni e province autonome, sulla base di linee guida definite, in accordo con il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che, allo scopo, si avvale dell’Ente nazionale per la meccanizzazione agricola (ENAMA), organismo di supporto tecnico. I centri prova, per essere autorizzati al servizio per il controllo funzionale e la regolazione delle irroratrici, devono possedere diversi requisiti, tra cui avere almeno un tecnico abilitato, disporre di attrezzature in grado di rispettare gli standard definiti dalla metodologia di riferimento, essere in grado di effettuare semplici interventi meccanici e sostituzioni di componenti di uso abituale. Eseguito il controllo funzionale, il centro prova autorizzato rilascia un attestato dal quale risulta che l’attrezzatura rispetta i requisiti di funzionalità previsti, come indicato nell’allegato II della Direttiva.
Il Decreto Ministeriale del 3 marzo 2015 n. 4847, aggiornando quanto riportato al punto A.3.2 del Piano d’Azione Nazionale, ha individuato le diverse scadenze per il controllo funzionale al quale dovranno essere sottoposte le attrezzature per uso professionale utilizzate per la distribuzione di prodotti fitosanitari.

Le attrezzature acquistate dopo il 26 novembre 2011, sono sottoposte al primo controllo funzionale entro 5 anni dalla data di acquisto. Sono considerati validi i controlli funzionali, eseguiti dopo il 26 novembre 2011, effettuati da centri prova formalmente riconosciuti dalle regioni e province autonome, purché realizzati conformemente a quanto richiesto dalla normativa già citata.
Per le attrezzature destinate ad attività in conto terzi, il primo controllo deve essere effettuato entro il 26 novembre 2014 per quelle in uso ed entro 2 anni dalla data di acquisto per quelle nuove; l’intervallo tra i controlli successivi non deve superare i 2 anni.
Devono essere sottoposte al controllo funzionale, entro il 26 novembre 2018, le seguenti attrezzature:

  • irroratrici abbinate a macchine operatrici, quali seminatrici e sarchiatrici, che distribuiscono prodotti fitosanitari in forma localizzata o altre irroratrici, con banda trattata inferiore o uguale a tre metri;
  • irroratrici schermate per il trattamento localizzato del sotto-fila delle colture arboree.

I controlli funzionali successivi dovranno essere effettuati ad intervalli non superiori a sei anni. Se le stesse attrezzature sono in uso a contoterzisti, i controlli funzionali successivi dovranno essere effettuati ad intervalli non superiori a quattro anni.
Per le seguenti attrezzature non si dispone al momento di procedure tecniche standardizzate per il controllo funzionale:

  • A. attrezzature per la distribuzione di prodotti fitosanitari in forma solida o granulare (es.: impolveratrici, microgranulatori);
  • B. barre umettanti;
  • C. attrezzature per la distribuzione/iniezione di prodotti fitosanitari nel terreno (es. fumigatrici);
  • D. attrezzature per il trattamento/concia meccanizzata delle sementi;
  • E. dispositivi termo-nebbiogeni (fogger).

Le procedure tecniche e la data entro la quale dovrà essere effettuato il primo controllo funzionale verranno precisate con un decreto ministeriale da adottarsi entro tre mesi dalla definizione della metodologia standardizzata.
Le attrezzature di cui alle lettere A), B), C), e D) dovranno essere sottoposte ai controlli funzionali successivi ad intervalli non superiori a sei anni, mentre i dispositivi indicati alla lettera E) ad intervalli non superiori a tre anni.
Sono esonerate dal controllo funzionale le attrezzature individuate al punto A.3.4 del Piano d’Azione Nazionale sotto specificate:

  • irroratrici portatili e spalleggiate, azionate dall’operatore, con serbatoio in pressione o dotate di pompante a leva manuale;
  • irroratrici spalleggiate a motore prive di ventilatore, quando non utilizzate per trattamenti su colture protette.

L’utilizzatore che non sottopone le attrezzature per l’applicazione dei prodotti fitosanitari ai controlli funzionali periodici di cui all’articolo 12 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 500 euro a 2.000 euro. In una nota della Regione Lombardia è specificato che la sanzione è applicabile ai soli casi di effettivo utilizzo di attrezzatura non sottoposta a controllo funzionale. In fase di controllo in azienda non dovrà quindi essere verificato il mero possesso dell’attrezzatura ma il suo effettivo utilizzo dopo la data del 26 novembre 2016 in assenza di controllo funzionale in corso di validità.
L’azienda che sia in grado di dimostrare il non utilizzo dell’attrezzatura, sulla base della documentazione aziendale (es: registro trattamenti, fatture acquisto prodotti, lavorazioni in contoterzi, ecc), non potrà essere oggetto di sanzione ai sensi dell’articolo 24 del d.lgs 150/2012.

Regolazione o taratura

La regolazione o taratura deve essere eseguita periodicamente dall’utilizzatore professionale. Ha lo scopo di adattare l’attrezzatura alle specifiche realtà colturali aziendali e di definire il corretto volume di miscela da distribuire, tenuto conto delle indicazioni riportate in etichetta.
In questo modo si garantisce la distribuzione della quantità necessaria per ottenere l’efficacia del trattamento ed evitare sovradosaggi di prodotto. Nelle operazioni di pianificazione, le procedure di regolazione dell’irroratrice sono fondamentali per definire i parametri operativi (tipo di ugello, pressione di esercizio, velocità di avanzamento, ecc.) in funzione del volume di distribuzione e della dose di prodotto che si intende applicare. La frequenza della regolazione dipende dagli eventi intervenuti dopo l’ultima regolazione effettuata (es. cambio delle ruote, del computer di bordo, degli ugelli, del manometro, esecuzione di operazioni di manutenzione, ore di utilizzo della macchina, oppure tipo di coltura).
Prima di iniziare il trattamento le irroratrici devono essere regolate. La regolazione deve essere preceduta da un’adeguata pulizia dell’irroratrice, con particolare riguardo agli ugelli.
Nel caso degli atomizzatori: verificare le funzioni idrauliche della macchina disinserendo il ventilatore e utilizzando gli ugelli che producono gocce più grossolane.
Nella regolazione utilizzare acqua pulita (evitare che vi siano residui o particelle in sospensione che possano intasare filtri e ugelli o provocare malfunzionamenti dell’attrezzatura). Non è necessario impiegare acqua potabile, tuttavia l’acqua utilizzata non deve rappresentare un rischio per l’esposizione dell’operatore e per l’ambiente.

I dati da registrare annualmente su apposita scheda da allegare al registro dei trattamenti o sul registro stesso sono almeno, con riferimento alle attrezzature impiegate, la data di esecuzione della regolazione e i volumi di irrorazione utilizzati per le principali colture.
In caso di regolazione strumentale, tale verifica è invece a carattere volontario, il centro prova rilascia al proprietario della macchina irroratrice un documento nel quale vengono riportate il centro prova e il tecnico che ha effettuato la regolazione o taratura, la data, gli elementi identificativi della macchina irroratrice e i parametri operativi oggetto della regolazione. Vengono, inoltre, riportate le modalità operative più idonee per la corretta esecuzione dei trattamenti sulle diverse colture, tenendo conto dei principali tipi di intervento effettuati in azienda. Per questo motivo, durante le operazioni di regolazione dell’irroratrice è necessaria la presenza del proprietario/utilizzatore abituale in modo da identificare correttamente le condizioni operative e le realtà aziendali nell’ambito delle quali la macchina viene utilizzata.
Le regolazioni effettuate dai centri prova hanno una validità massima di 5 anni.
Le operazioni di regolazione devono essere preferibilmente eseguite su terreno inerbito o su un’area attrezzata. La verifica finale della regolazione dovrebbe essere eseguita in campo con la macchina in movimento. Tenere conto che alcune miscele fitoiatriche molto viscose possono richiedere una regolazione dei parametri operativi leggermente diversa rispetto a quella impostata solo con l’acqua.

TABELLA 3.3 - Elenco degli elementi controllati durante la regolazione o taratura
BARRE IRRORATRICI ATOMIZZATORI
1 – volume di distribuzione 1 – portata ventilatore e velocità di avanzamento
2 – velocità di avanzamento 2 – tipo di ugello
3 – tipo di ugello 3 – pressione di esercizio
4 – portata ugelli 4 – portata totale irroratrice
5 – pressione di esercizio 5 – volume di distribuzione
6 – altezza barra 6 - profilo di distribuzione

Manutenzione

Le attrezzature devono essere sottoposte da parte dell’utilizzatore a controlli tecnici periodici e manutenzione per quanto riguarda almeno i seguenti aspetti:

  • la verifica di eventuali lesioni o perdite di componenti della macchina;
  • la funzionalità del circuito idraulico e del manometro;
  • la funzionalità degli ugelli e dei dispositivi antigoccia;
  • la pulizia dei filtri e degli ugelli;
  • la verifica dell’integrità delle protezioni della macchina, (es. giunto cardanico, griglia di protezione del ventilatore quando presente).

Si ricorda che l’agricoltore è tenuto a prendere visione del contenuto del manuale di uso e manutenzione dell’attrezzatura, nel quale il costruttore, in rispetto della marcatura CE, è tenuto a riportare anche le indicazioni previste della Direttiva 2009/127/CE in tema di protezione ambientale.

3.2 Operazioni da effettuarsi ad ogni trattamento

3.2.1 Aspetti strutturali

Attrezzatura irrorante

Gli aspetti strutturali riguardano essenzialmente l’attrezzatura irrorante. Ad ogni trattamento è importante seguire le seguenti indicazioni:

    Barra irroratrice con manica d’aria attiva
  • selezionare e impiegare la tipologia e la dimensione dell’ugello tenendo conto delle caratteristiche del prodotto fitosanitario, del tipo di avversità, della coltura, delle condizioni meteorologiche e dei rischi di deriva e di contaminazione delle aree adiacenti a quella trattata (Tab. 3.4);
  • per le colture erbacee, quando possibile, utilizzare ugelli di fine barra per trattare i margini del campo;
  • in caso di irroratrici aero-assistite (con manica d’aria) regolare opportunamente la velocità e il volume dell’aria in funzione dello sviluppo vegetativo. Ad esempio nei trattamenti contro la piralide del mais tali valori devono essere mantenuti ai livelli più elevati al fine di consentire la massima penetrazione; al contrario nel caso di trattamenti su terreno con pochissima vegetazione può essere opportuno limitare o escludere l’assistenza con l’aria. è necessario eseguire tali regolazioni prima del trattamento;
  • assicurarsi che i getti erogati dagli ugelli non colpiscano parti dell’irroratrice questo determina il gocciolamento a terra della miscela fitoiatrica causando quindi contaminazione puntiforme. Eventuali interferenze che ostacolino l’erogazione regolare del liquido dagli ugelli e provochino gocciolamenti e/o contaminazione esterna dell’irroratrice devono essere eliminate prima di iniziare il trattamento;
  • impiegare volumi di distribuzione adeguati in funzione del tipo di trattamento
TABELLA 3.4 - Criteri di scelta del tipo di ugello per barre irroratrici (fonte: documento Enama n.10/2010)
TIPO DI UGELLO
Fessura 110° Fessura 80° Turbolenza 80° Doppia fessura Antideriva inclusione d'aria Specchio
Uniformità di distribuzione su terreno *** ** - - *** ***
Penetrazione nella vegetazione ** * *** *** * -
Resistenza alla deriva ** ** * * *** ***
Sensibilità variazioni altezza barra *** ** * ** ** ***
Sensibilità otturamento * * ** * ** ***
Trattamenti erbicidi in
post-emergenza iniziale
*** *** * * *** *
Trattamenti erbicidi in
post-emergenza piena vegetazione
** * *** *** * -
Fungicidi e insetticidi ** * *** *** * -
Erbicidi non selettivi sistemici *** *** - * *** **
- da evitare * soluzione sconsigliata ** soluzione accettabile *** soluzione ottimale

Per volumi di distribuzione elevati: ottimizzare la ritenzione del prodotto fitosanitario sulla superficie del bersaglio ed evitare fenomeni di gocciolamento.


Ridurre al minimo la frazione di gocce molto fini (<100 μm) per prevenire la deriva. Consultare il costruttore e/o il rivenditore di ugelli o il manuale di istruzione degli ugelli se quelli impiegati sono ugelli a polverizzazione molto fine (VF). Non eccedere nella concentrazione di prodotto fitosanitario nella miscela fitoiatrica, oltre i limiti riportati in etichetta. Nel caso di attrezzature aziendali particolari (Girojet e Ultra Bassi Volumi) è possibile che la concentrazione possa eccedere quella consigliata in etichetta.

Le attuali norme vincolano al rispetto rigoroso delle prescrizioni riportate in etichetta; vi sono comunque metodi collaudati di adattamento dei volumi di irrorazione e dei dosaggi alle condizioni reali della vegetazione che tengono conto delle variazioni di forma e volume della stessa durante la stagione.
Specialmente in frutti-viticoltura e con forme di allevamento regolari, una volta effettuate le operazioni di controllo funzionale e regolazione, è possibile adattare i volumi di adacquamento e i dosaggi utilizzando due metodi ampiamente studiati quali il TRV (Tree Row Volume) e il LWA (Leaf Wall Area).

Entrambi valutano le variazioni dimensionali della vegetazione da trattare in modo da variare proporzionalmente i volumi di irrorazione e i dosaggi.

  • Nel calcolo del TRV si rileva la “cubatura” corrispondente all’ingombro effettivo della vegetazione espressa in m3/ha. La misura è eseguibile facilmente in campo con la valutazione di tre parametri: spessore del filare, altezza della cortina vegetale e distanza tra le file. Una volta eseguita in campo tale determinazione, per mezzo di una semplice formula, si può calcolare il volume di acqua e i dosaggi adattati alla massa fogliare misurata.
  • Del tutto simile la determinazione del LWA che, tralasciando lo spessore della vegetazione, esprime l’ingombro effettivo della vegetazione in m2/ha. In pratica si otterranno superfici calcolate per la vegetazione progressivamente maggiori rispetto all’ettaro di superficie trattata. In questo caso la misura è eseguibile rilevando due soli parametri: altezza della cortina vegetale e distanza tra le file.

Utilizzando questi metodi si possono ridurre gli sprechi senza precludere l’efficienza degli interventi e quindi il buon esito della difesa. Ulteriori evoluzioni normative, nelle modalità di espressione delle dosi e dei volumi riportate in etichetta, potranno consentire di sfruttare ulteriormente le potenzialità offerte da queste metodologie.

3.2.2 Aspetti comportamentali

Verifica della funzionalità dell’attrezzatura irrorante

Prima dell’inizio dei trattamenti è buona norma verificare che l’attrezzatura sia perfettamente funzionante e non presenti perdite. La verifica va realizzata solo con acqua pulita prima dell’introduzione dei prodotti fitosanitari. È bene eseguire l’operazione preferibilmente nell’area attrezzata o, in alternativa, in un’area inerbita.

Programmazione e sicurezza

La miscela fitoiatrica deve essere preparata soltanto immediatamente prima di eseguire il trattamento. Minore è il tempo che intercorre tra la preparazione e la distribuzione della miscela in campo, minore è il rischio che si verifichino contrattempi che ritardino o impediscano l’esecuzione del trattamento stesso.

Valutazione del momento dell'intervento

La scelta del momento dell’intervento va stabilita in relazione alla presenza e allo sviluppo delle avversità. In merito i principi generali per l’applicazione della difesa integrata (Allegato III del D.Lgs. 150/2012) riportano quanto segue:

  • gli organismi nocivi devono essere monitorati con metodi e strumenti adeguati, ove disponibili. Tali strumenti adeguati dovrebbero includere, dove possibile, osservazioni sul campo nonchè sistemi di allerta, previsione e diagnosi precoce scientificamente validi, così come l’utilizzo di pareri di consulenti qualificati professionalmente nonchè bollettini di assistenza tecnica;
  • in base ai risultati del monitoraggio, l’utilizzatore professionale deve decidere se e quando applicare adeguate misure di controllo. Valori soglia scientificamente attendibili e validi costituiscono elementi essenziali ai fini delle decisioni da prendere. Per gli organismi nocivi, i valori soglia definiti per la regione, aree e colture specifiche, condizioni climatiche particolari, devono essere presi in considerazione, dove possibile, prima del trattamento.

Sempre nell’ambito dei principi per un uso corretto dei prodotti fitosanitari occorre ricordare che è vietato trattare durante il periodo della fioritura con insetticidi, acaricidi o con altri prodotti (es. fungicidi) tossici per le api e per i pronubi in genere. Tale divieto è prescritto dalla vigente legislazione allo scopo di salvaguardare gli insetti impollinatori. Prima di eseguire qualsiasi trattamento su colture arboree, è bene verificare che non siano presenti erbe spontanee sottostanti in piena fioritura; in questi casi l’operatore agricolo deve provvedere per tempo allo sfalcio per evitare di provocare morie di pronubi.

Approvvigionamento dell’acqua per la preparazione della miscela

Serbatoio intermedio di stoccaggio dell’acqua

Prima di ogni applicazione è altresì corretto riepilogare le principali azioni da intraprendere in materia di sicurezza al fine di eseguire un regolare trattamento. Il riempimento del serbatoio e la preparazione della miscela si possono fare:

  • nell’area attrezzata appositamente predisposta
  • direttamente in campo. Mentre il primo caso rappresenta la situazione più sicura, il secondo necessita di ulteriori interventi e precauzioni.




Miscela su area attrezzata

Riempimento dell’irroratrice mediante premiscelatore

Il riempimento dell’irroratrice con l’acqua della rete idrica o di pozzi può essere effettuato soltanto se si adottano adeguate misure precauzionali per evitare di contaminare le fonti di acqua con i prodotti fitosanitari. Assicurarsi che le attrezzature per il carico dell’acqua siano dotate di valvole anti-ritorno. Utilizzare inoltre accorgimenti che impediscano il contatto diretto tra l’acqua pulita e la miscela che si sta preparando:

  • utilizzando un serbatoio intermedio per stoccare l’acqua necessaria al riempimento dell’irroratrice;
  • assicurando che vi sia dell’aria tra il tubo di riempimento e il livello della miscela in corso di preparazione.

Miscela in campo

Preparazione della miscela in campo utilizzando apposita strumentazione

Il riempimento dell’irroratrice con l’acqua di una rete idrica esistente (canale, conduttura in pressione, ecc.) o di pozzo va effettuato seguendo le modalità richiamate al punto precedente. In questo caso è utile disporre di un filtro per evitare di prelevare impurità che possono danneggiare l’attrezzatura.
Un’alternativa percorribile è quella di fornire l’acqua per i trattamenti tramite un contenitore (botte) trainato dal trattore, riempito con solo acqua e dotato di una pompa autonoma, che accompagni l’irroratrice. Particolari precauzioni devono essere adottate in presenza di corpi idrici sensibili. In questi casi è opportuno mantenere una distanza minima di 20 m se si lavora su terreno inerbito. Evitare suoli molto permeabili che possono essere sovrastanti a falde acquifere. E' opportuno aprire i contenitori e fare le operazioni sopra un telo di plastica o direttamente sopra il contenitore plastico a tenuta (bauletto) utilizzato per il trasporto per evitare contaminazioni in caso di sversamenti.
Le irroratrici in fase di riempimento non devono mai essere lasciate incustodite. Isolare l’area dove si trova l’irroratrice riempita e impedire l’accesso di animali e di persone non autorizzate. Prestare particolare attenzione al contenuto del serbatoio e alle valvole dell’irroratrice. In caso di emergenza, parcheggiare l’irroratrice su un’area attrezzata per contenere eventuali perdite.

Individuazione e uso dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI)

Utilizzo di adeguati DPI per la manipolazione dei prodotti fitosanitari

Durante la preparazione della miscela indossare sempre i DPI (vedi Allegato specifico) per la protezione del corpo, del viso, delle vie respiratorie e degli arti inferiori e superiori.














Valutazione delle condizioni atmosferiche
In relazione al tipo di trattamento da eseguire tenere in considerazione le previsioni meteorologiche (es. evitare diserbi prima di piogge intense, non trattare se il terreno è gelato). In particolare, tenere conto delle aree sensibili al ruscellamento dei prodotti fitosanitari nelle acque superficiali e sotterranee (a causa della pendenza del terreno, della profondità e della tessitura del suolo) e della presenza di aree vulnerabili ai prodotti fitosanitari utilizzati.

Scelta dei prodotti fitosanitari

Gli utilizzatori professionali devono valutare quali prodotti fitosanitari impiegare sulla base delle colture da trattare e le avversità da controllare. Il trattamento deve essere economicamente giustificabile ma deve anche tenere conto dei vincoli applicativi e delle misure di mitigazione, determinando il minor impatto possibile sull’ambiente e deve garantire elevati standard di sicurezza alimentare e tutela della salute.
Strumenti chiave sono l’etichetta dei prodotti fitosanitari, le schede di sicurezza e i disciplinari regionali.

Nella scelta si devono considerare:

  • efficacia;
  • selettività;
  • strategie antiresistenza;
  • vantaggi pratici (es. manipolazione, utilizzo, ecc.);
  • vantaggi economici;
  • rischi per la salute umana, per gli organismi non bersaglio e per l’ambiente che devono essere minimi.

Importante è considerare anche tempi di carenza ed eventuale tempo di rientro in relazione rispettivamente al periodo di raccolta e all’esecuzione di altre operazioni colturali. In funzione della quantità di prodotto da utilizzare scegliere confezioni di dimensione adeguate.
Per quanto riguarda le formulazioni è consigliabile dare preferenza, se possibile, a quelle costituite da emulsioni in acqua (EW), granuli disperdibili (WG, WDG o DF), granuli solubili (SG) e sospensioni di microcapsule (CS) rispetto a polveri bagnabili (PB, WP), polveri solubili (PS, WS) e concentrati emulsionabili (EC), in quanto rendono più semplici le operazioni di preparazione della miscela e il lavaggio dei contenitori vuoti. Le sospensioni concentrate (SC) ed i prodotti costituiti da pasta fluida e flowable (FL, FLOW) richiedono un più accurato lavaggio delle confezioni.
Prodotti fitosanitari disponibili in sacchetti idrosolubili garantiscono una maggiore sicurezza nella manipolazione rispetto a formulati in polvere o granuli.

L'operatore deve quindi essere in grado di fare una valutazione comparativa e, in funzione dello scenario in cui sta operando e tenendo conto anche di tutti i punti precedenti, scegliere il prodotto che arrecherà il minimo pericolo per l'uomo e per l'ambiente.
Per questo è molto importante saper leggere i dati e le informazioni in etichetta.

Per combattere il commercio e l’utilizzo di prodotti fitosanitari illegali, siano essi provenienti da furti, contraffazioni e/o importazioni illegali, è buona pratica non acquistare prodotti fitosanitari:

  • al di fuori dei canali tradizionali (fare riferimento solo ad operatori abilitati);
  • a prezzi significativamente inferiori alla media;
  • visibilmente ri-confezionati o con confezioni non integre, non chiaramente identificabili come originali o con etichette non in lingua italiana;
  • non corredati di tutta la documentazione necessaria;
  • contenenti principi attivi non più autorizzati nella comunità europea.

Esame dell’etichetta e calcolo della dose

Una volta definito il prodotto fitosanitario da utilizzare, è fondamentale leggere attentamente l’etichetta per verificare eventuali vincoli (es. intervallo e numero massimo di trattamenti, intervallo di sicurezza, fasce di rispetto, tempi di rientro, DPI specifici, ecc.). E' obbligatorio rispettare le dosi riportate in etichetta e in particolare non superare mai le quantità massime indicate per ettaro. Dosaggi più elevati rispetto a quelli dell’etichetta, oltre a costituire un’infrazione di legge, rappresentano un duplice errore, tecnico ed economico. In questo caso il costo del trattamento risulta più elevato, aumentano inoltre i rischi di fitotossicità, di pericolosità per l’operatore e per l’ambiente e di residui superiori ai limiti di legge alla raccolta. E' importante preparare soltanto la quantità di miscela fitoiatrica necessaria per l’area da trattare. Tale quantità va determinata secondo la seguente procedura:

  • 1 determinazione della superficie da trattare;
  • 2 identificazione del volume d’acqua da impiegare per ettaro (come da indicazioni dei disciplinari produzione integrata)
  • 3 determinazione della dose d’impiego per ettaro;
  • 4 calcolo della quantità di prodotto fitosanitario e di acqua da utilizzare in relazione alla superficie complessiva da trattare.

Verifica preliminare di miscibilità e compatibilità

In relazione al trattamento da eseguire porre particolare attenzione anche ai seguenti aspetti:

  • miscibilità e compatibilità in caso di miscela realizzata con più prodotti fitosanitari;
  • utilizzo di adesivanti e/o bagnanti. Controllare la compatibilità di additivi/coadiuvanti eventualmente utilizzati;
  • verifica acidità dell’acqua. La maggior parte dei formulati non richiede una modifica del pH dell’acqua. Solo in particolari casi questa operazione può essere necessaria; di conseguenza, è opportuno consultare sempre i tecnici che forniscono assistenza fitoiatrica per reperire informazioni dettagliate.

L’impiego di miscele non autorizzate o fra prodotti non compatibili può essere illegale e può causare reazioni chimico-fisiche tali da impedirne la distribuzione in condizioni di sicurezza. Inoltre, vi è maggiore probabilità di avere residui pericolosi da smaltire, legati anche a fenomeni di sedimentazione e intasamento all’interno dell’irroratrice.

Preparazione della miscela

La preparazione della miscela per il trattamento deve essere effettuata nell’area attrezzata vicina al locale per lo stoccaggio dei prodotti fitosanitari o comunque all’aperto e possibilmente nel luogo più prossimo alla coltura che si intende trattare e, in ogni caso, lontano da abitazioni, pozzi e corsi d’acqua superficiali. E' importante indossare sempre adeguati DPI.
Punti chiave per la preparazione della miscela sono:

Utilizzo di appositi taglierini per la rimozione delle linguette dei flaconi

  • 1. utilizzare appositi taglierini (cutters) per rimuovere le linguette di protezione dei flaconi, se presenti;
  • 2. Utilizzare idonei strumenti di misura in funzione del tipo di formulazione e della dose del prodotto fitosanitario. Tali strumenti devono essere risciacquati subito dopo nel premiscelatore o nell’apertura di riempimento del serbatoio (filtro a cestello);
  • 3. inserire i prodotti fitosanitari nell’irroratrice operando da una posizione stabile e sicura. Assicurarsi che l’operatore non debba arrampicarsi o allungarsi per versare i prodotti nel serbatoio dell’irroratrice. Le aperture per il riempimento del serbatoio o i dispositivi per il riempimento (premiscelatori) devono trovarsi a portata di mano dell’operatore e ad altezza della vita in modo tale che i prodotti fitosanitari si possano versare da terra in condizioni di sicurezza, senza provocare schizzi e perdite. Le piattaforme sopraelevate presenti sulle irroratrici devono essere altrettanto sicure per l’operatore e non presentare rischi per l’ambiente;
  • 4. non inserire mai i prodotti fitosanitari nel serbatoio dell’irroratrice vuoto, in quanto ciò può determinare fenomeni di sedimentazione. Immettere il prodotto quando almeno 2/3 della quantità di acqua da utilizzare è presente nel serbatoio, in modo da favorire una distribuzione uniforme e la creazione di una miscela omogenea. Successivamente portare a volume con acqua pulita;
  • 5. seguire le indicazioni riportate in etichetta (quando presenti) relativamente al livello di agitazione e alla sequenza di immissione dei formulati quando si preparano le miscele con più prodotti fitosanitari (Tab. 3.6) e al tempo entro il quale la miscela preparata deve essere distribuita. Le etichette possono fornire indicazioni specifiche per l’uso di microgranuli idrodispersibili, polveri e sacchetti idrosolubili;
  • 6. non lasciare incustoditi i prodotti fitosanitari che non siano in un contenitore ben chiuso. I contenitori devono essere prelevati dal magazzino soltanto per l’impiego immediato;
  • Risciacquo del contenitore mediante ugello lava contenitori situato nel premiscelatore
  • 7. riporre temporaneamente dentro appositi contenitori di plastica le confezioni contenenti ancora prodotto fitosanitario, con le chiusure verso l’alto, con i tappi ben chiusi e in posizione stabile affinché non si verifichino perdite;
  • 8. evitare di manipolare le polveri in condizioni di ventosità;
  • 9. risciacquare i contenitori vuoti con acqua pulita per consentirne un più facile smaltimento, secondo le disposizioni vigenti;
  • 10. utilizzare preferibilmente gli ugelli lava contenitori presenti all’interno dei premiscelatori o nel filtro a cestello posizionato all’interno dell’apertura principale del serbatoio dell’irroratrice. Oppure risciacquare manualmente il contenitore per tre volte e immettere tutta l’acqua di lavaggio nell’irroratrice. Controllare che al termine dell’operazione il contenitore sia effettivamente pulito;
  • 11. controllare in etichetta se per il singolo prodotto sono richieste procedure di lavaggio speciali. In generale:
    • A. risciacquare con acqua le linguette, se presenti, e i tappi contaminati con il prodotto fitosanitario;
    • B. inserire le linguette nei contenitori già risciacquati;
    • C. riavvitare i tappi sui rispettivi flaconi;
    • D. riporre i flaconi con le chiusure verso l’alto e, se necessario, nei loro imballaggi originali.

I contenitori vuoti e i relativi imballaggi devono essere riposti nel magazzino o in cassonetti dedicati per essere poi consegnati a società specializzate per lo smaltimento. Le confezioni devono essere rese inservibili per il riutilizzo praticando uno o più fori.

Utilizzo di miscele di prodotti diversi
Per effettuare tali operazioni correttamente, sia dal punto di vista della sequenza di prodotti da introdurre nell’irroratrice sia per quanto riguarda le modalità di preparazione della miscela, è importante seguire le indicazioni in etichetta. Diversamente possono formarsi concrezioni e accumularsi depositi elevati per esempio sulle superfici dei filtri.

Tabella 3.6 - Sequenza di immissione dei prodotti fitosanitari nel serbatoio dell’irroratrice nel caso di miscele con più formulati. L’ordine di immissione deve rispettare la numerazione crescente dei preparati.
Prodotti particolari 1 - Dosi al di sotto di 100 g di granulato (WG)
2 - Sacchetti idrosolubili (WSB)
Solidi 3 - Altri granuli disperdibili (WG)
4 - Polveri (WP)
Liquidi 5 - Coadiuvanti di compatibilità
6 - Sospensioni concentrate (SC)
7 - Emulsioni in sospensione (SE)
8 - Emulsioni in acqua (EW)
9 - Concentrati emulsionabili (EC)
10 - Liquidi solubili (SL)
11 - Altri coadiuvanti (olio, bagnanti, ecc.)
Altri 12 - Correttori di carenza contenenti Mg, Mn, Cu, ecc.
13 - Fertilizzanti


Adempimenti burocratici

Ricordiamo che dal 2011 è obbligatorio per l’azienda agricola compilare il registro dei trattamenti. Per motivi sanitari e di tutela dell'ambiente (art. 17 D.Lgs n. 194/95), tale registro deve essere conservato per 3 anni successivi all’anno di compilazione e tenuto a disposizione delle Autorità di controllo. Insieme al "Registro" devono essere conservate anche in copia, ai sensi dell'art. 42 del DPR n° 290 del 23.04.2001, le bolle e le fatture d'acquisto dei prodotti fitosanitari.
L’articolo 16 comma 3 del Decreto legislativo n. 150/2012 (recepimento della direttiva sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari) ridefinisce gli aspetti applicativi del Registro dei trattamenti.
Su tale Registro devono essere annotati i trattamenti effettuati con tutti i prodotti fitosanitari utilizzati in azienda, entro il periodo della raccolta e comunque al più tardi entro trenta giorni dall’esecuzione del trattamento stesso.

Il Registro dei trattamenti deve riportare:

  • i dati anagrafici relativi all’azienda;
  • la denominazione della coltura trattata e la relativa estensione espressa in ettari;
  • la data del trattamento, il prodotto (PF formulato commerciale) e la relativa quantità impiegata, espressa in chilogrammi o litri, nonché l’avversità che ha reso necessario il trattamento.

Gli utilizzatori di prodotti fitosanitari possono compilare direttamente il Registro dei trattamenti (in qualità di titolare o rappresentante dell’azienda agricola) oppure avvalersi, previa sottoscrizione di apposita delega, di studi professionali, organizzazioni di categoria, Centri di assistenza agricola (CAA). Nel caso in cui i trattamenti siano realizzati da contoterzisti, il Registro dei trattamenti dev’essere compilato dal titolare dell’azienda allegando l’apposito modulo rilasciato dal contoterzista per ogni singolo trattamento. In alternativa il contoterzista può annotare i singoli trattamenti direttamente sul Registro dell’azienda controfirmando ogni intervento fitosanitario effettuato. Al fine di monitorare l’utilizzo dei prodotti fitosanitari allo scopo di adottare le misure di indirizzo più opportune, dal 15 marzo 2019 sono tenute a compilare il registro dei trattamenti elettronico tutte le aziende con SAU condotta a coltivazioni erbacee pari o superiore a 150 ha e tutte le aziende con SAU con impianti arborei pari o superiori a 25 ha.

Il Registro Elettronico è disponibile per le aziende sul Sistema Informatico della Regione Lombardia SISCO, lo stesso applicativo dove viene gestito il Fascicolo Aziendale e dove vengono presentate le Domande PAC e PSR).

Informazioni agli astanti

In prossimità di alcune aree specifiche il PAN prevede che gli utilizzatori di prodotti fitosanitari effettuino una informazione preventiva nei confronti della popolazione interessata attraverso la segnalazione dei trattamenti. L’informazione è finalizzata alla tutela delle persone che potrebbero essere esposte ad un rischio derivante dalla applicazione dei prodotti fitosanitari o che potrebbero accedere in prossimità o nelle aree trattate. In questi casi è quindi obbligatorio esporre specifici cartelli ai bordi delle zone interessate riportando le avvertenze stabilite dalla Regione.
Le aree potenzialmente frequentate dalla popolazione in prossimità delle quali è obbligatoria la segnalazione del trattamento con prodotti fitosanitari da parte degli utilizzatori professionali sono:

  • sentieri natura;
  • percorsi salute, fitness e con attrezzature sportive all’aperto;
  • piste ciclabili;
  • aree di sosta e/o dei parcheggi;
  • parchi e giardini pubblici;
  • campeggi.

Fare riferimento alla pagina di regione Lombardia per una lista aggiornata dei prodotti fitosanitari utilizzabili nelle aree frequentate dalla popolazione e da gruppi vulnerabili.