Linee Guida – Glossario
Linee Guida - Glossario
Indice
- Introduzione
- Elementi propedeutici
- Capitolo 1
Acquisto e trasporto - Capitolo 2
Stoccaggio - Capitolo 3a
Pianificazione del trattamento e preparazione della miscela - Capitolo 3b
Misure di mitigazione - Capitolo 4
Trasferimento in campo - Capitolo 5
Esecuzione del trattamento - Capitolo 6
Operazioni successive al trattamento - Allegato 1
Sistemi di sicurezza - Allegato 2
Sistemi di gestione dei reflui - Allegato 3
Classificazione ed etichettatura - Allegato 4
Segnaletica di sicurezza - Glossario
- Bibliografia
Acaricida | Categoria di prodotti fitosanitari a composizione chimica varia, con attività specifica contro gli acari. |
Additivo | Sostanza chimica che viene aggiunta in quantità minime ad un prodotto per migliorarne alcune caratteristiche o per conferire ad esso particolari proprietà. |
Adesivante | Sostanza che favorisce la formazione del deposito e l’adesione del residuo dei prodotti fitosanitari irrorati sulle piante. |
ADI (Acceptable Daily Intake) | Negli studi di tossicità è la dose di prodotto fitosanitario che può essere assunta giornalmente da un individuo adulto anche per tutto l’arco della vita senza rischio per la salute; viene valutata utilizzando il valore più basso del NOEL (No Observed Effect Level) ed espressa in mg/kg/giorno, applicando sul medesimo un coefficiente di sicurezza pari a 100. |
ADR | L’Accordo Europeo inerente il Trasporto Internazionale di Merci Pericolose su Strada (ADR) fu stipulato a Ginevra il 30 Settembre 1957 sotto gli auspici della Commissione Economica delle Nazioni Unite per l’Europa ed entrò in vigore il 29 Gennaio 1968. |
Agricoltura biologica | Metodo produttivo che parte da un approccio olistico del sistema agrario e si basa sull'assenza dei prodotti di sintesi chimica. Secondo il Regolamento (CE) n. 834/07, da considerarsi il riferimento legislativo per le produzioni biologiche, tale metodo deve mantenere o incrementare la fertilità e l'attività biologica del suolo, e deve basare la difesa delle piante sulla scelta di specie adeguate, su programmi di rotazione appropriati, sul diserbo meccanico, sulla protezione dei nemici naturali dei parassiti, sull'impiego di prodotti di origine naturale elencati nell'allegato 11 del regolamento stesso. |
Agricoltura sostenibile | Metodo produttivo tale per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i cambiamenti istituzionali siano resi coerenti con i bisogni futuri oltre che con gli attuali. |
Anticrittogamico | Sostanza attiva impiegata per combattere i parassiti vegetali (funghi o crittogame) delle piante coltivate. |
Antideriva | Sostanza utilizzata per la preparazione di miscele antiparassitarie, da irrorare con mezzi aerei o in zone in cui sarebbe pericolosa la deriva, per evitare che la nube irrorante invada terreni e colture limitrofe non interessate al trattamento. Aumenta la viscosità ottenendo gocce più grosse e pesanti. |
Antiparassitario | Prodotto fitosanitario indicato per il controllo delle avversità biotiche parassitarie; può avere azione anticrittogamica, insetticida, acaricida, nematocida, molluschicida, rodenticida. |
Aree di rispetto, fasce di rispetto, fasce tampone vegetate | Un’area di rispetto è “una superficie di terreno che separa fisicamente l’area trattata da un corpo idrico o da un’area sensibile da proteggere”. Essa svolge più funzioni, con efficacia differenziata in relazione alla tipologia e localizzazione all’interno del biotopo agricolo. In letteratura, esistono vari termini (no spray zone, buffer zone, buffer strips, vegetative buffer strips, conservation buffer strips, etc.) per indicare un’area di terreno non trattata interposta tra il campo trattato e un corso d’acqua o una qualsiasi area da proteggere. Sono possibili molti tipi di aree di rispetto, classificabili utilizzando 4 chiavi dicotomiche: coltivata (sì/no), vegetata (sì/no), durata (permanente/ temporanea), origine (artificiale/spontanea). La condizione necessaria e sufficiente perché un’area sia di rispetto è che essa sia non trattata. Un’area di rispetto è tale perché mette sempre “spazio” tra la sorgente inquinante (la barra, l’atomizzatore, il terreno trattato) e l’oggetto da proteggere (es. il corpo idrico); se in tale spazio si introduce anche una “barriera” (es. una siepe) si incrementa la sua capacità mitigatrice |
Atomizzatore ad aeroconvezione | Macchina per la distribuzione di acqua e prodotti fitosanitari. La polverizzazione del liquido è meccanica, mentre il trasporto delle goccioline è operato da una corrente d'aria messa in movimento da uno o più ventilatori elicoidali. La corrente d'aria oltre ad assicurare il trasporto delle goccioline, contribuisce anche, per un 10-15% a migliorare l’omogeneità e la finezza della polverizzazione; oltre ad aumentare la gittata, agitando le foglie migliora la copertura e la penetrazione all'interno della vegetazione. Con tali atomizzatori si ottengono goccioline con diametri oscillanti tra 200-300 micron. |
Atomizzatore pneumatico o nebulizzatore | Macchina per la distribuzione di acqua e prodotti fitosanitari. La polverizzazione del liquido ed il trasporto delle goccioline sono pneumatici, sono cioè effettuati da una forte corrente d'aria generata da ventilatori centrifughi. La corrente d'aria, a velocità assai elevata, determina la polverizzazione del liquido che viene fatto confluire agli ugelli a bassa pressione, con produzione di goccioline di diametro tanto più ridotto quanto maggiore risulta la velocità dell'aria stessa. Con tali atomizzatori si ottengono goccioline con diametri fra 50-100 micron. |
Bagnante | Sostanza che riduce la tensione superficiale di un liquido e la tensione interfacciale tra il liquido e la pianta, aumentando il potere bagnante dei liquidi contenenti i prodotti fitosanitari nei riguardi del vegetale stesso. |
Bar | Unità di misura della pressione; 1 bar = 100 kPa = 1,02 kg/cm3 = 0,987 atm. |
Biodegradabilità | Proprietà delle sostanze organiche biologiche di essere degradate da organismi viventi fino a trasformarsi in elementi più semplici. |
Cabina pressurizzata | Dispositivo di Protezione Individuale per i trattamenti fitosanitari montato sulla trattrice. L'aria penetra nella cabina solo attraverso filtri a tre strati: un prefiltro antipolvere, un filtro meccanico e un filtro a carbone attivo. Durante il trattamento i finestrini e le porte delle cabine vanno tenuti ben chiusi. |
CE | Il marchio di Conformità Europea (CE) si riferisce alla sicurezza del prodotto. Indica che il prodotto marchiato con questa etichetta rispetta i requisiti essenziali di sicurezza e salvaguardia della salute, previsti a livello europeo; tuttavia non si riferisce a norme inerenti la qualità del prodotto. Per ottenere il marchio CE un prodotto deve essere sottoposto ad un processo di autocertificazione oppure a valutazioni della sua sicurezza effettuate da enti terzi noti come “Enti Notificatori” o “Enti Competenti”. In assenza di marchiatura CE un prodotto può non essere ammesso sul mercato europeo. |
CEN (Comitè Européen de Normalisation – Comitato Europeo di Normazione) | Si occupa della produzione di Norme Europee (EN). |
CL 50 (Concentrazione Letale 50) | Parametro tossicologico che definisce la concentrazione di sostanza attiva nel mezzo (aria, acqua), che causa la morte del 50% degli animali test in esso contenuti. Si esprime in milligrammi (mg) di sostanza saggiata/kg di peso animale. |
Classe di pericolo | Il regolamento CLP ha introdotto nuovi criteri di classificazione per i pericoli fisici, per la salute e per l’ambiente. Sono previste 4 classi di pericolo (chimico-fisico, tossicologico, ecotossicologico e destino ambientale, supplementare) che a loro volta sono suddivise in categorie che ne specificano l’entità. L’etichettatura di pericolo dei prodotti fitosanitari oltre a richiamare l’attenzione dell’agricoltore sui possibili pericoli per la salute, la sicurezza e l’ambiente, tiene conto di tutti i rischi potenziali connessi con la loro normale manipolazione ed utilizzazione sia nella forma in cui vengono venduti, sia nel modo in cui vengono impiegati. Sostanzialmente l’etichettatura di pericolo è un’informazione sintetica delle principali proprietà pericolose dei prodotti fitosanitari. I pericoli più gravi associati ai rischi in cui possono incorrere gli utilizzatori professionali sono segnalati da Pittogrammi che rappresentano un modo convenzionale per richiamare la massima attenzione dell’agricoltore. I rischi più gravi e quelli causati da altre proprietà pericolose sono precisati in Frasi tipo sui pericoli specifici (FRASI H). |
Compatibilità | Si intende la possibilità di unire prodotti fitosanitari diversi, senza che l'efficacia dei singoli prodotti risulti diminuita e senza che la miscela sia fitotossica. |
Contaminazione diffusa | Si intende il movimento indesiderato dei prodotti fitosanitari nel suolo, nell’acqua e nell’aria a seguito del trattamento fitoiatrico eseguito correttamente sulla coltura. Esempi di contaminazione diffusa comprendono fenomeni di percolazione, erosione del suolo e/o ruscellamento che si verifichino a seguito di trattamenti autorizzati ed eseguiti correttamente, dovuti al manifestarsi di condizioni meteorologiche particolarmente avverse. |
Contaminazione puntiforme | Si intendono i gocciolamenti e gli sversamenti accidentali di prodotto fitosanitario (concentrato o diluito) durante le fasi di trasporto, stoccaggio, preparazione della miscela e riempimento dell’irroratrice, distribuzione della miscela, pulizia e manutenzione dell’attrezzatura e smaltimento dei prodotti reflui del trattamento. Si intende inoltre la distribuzione di quantitativi eccessivi di prodotto fitosanitario per unità di superficie nel corso del trattamento (sovradosaggi). |
Controllo funzionale | Verifica della funzionalità dell’irroratrice eseguita da un Ente terzo. In Italia l’Enama ha prodotto una serie di documenti circa le modalità secondo le quali effettuare tale controllo funzionale. |
Corpi idrici superficiali significativi | Sono da considerarsi rilevanti per l’applicazione di misure di mitigazione del rischio, allo scopo di proteggere la vita acquatica, tutti i corpi idrici superficiali, naturali o artificiali, permanenti o temporanei, ad eccezione di: 1. scoline (fossi situati lungo i campi coltivati per la raccolta dell’acqua in eccesso) ed altre strutture idrauliche artificiali, prive di acqua propria e destinate alla raccolta e al convogliamento di acque meteoriche, presenti temporaneamente; 2. adduttori d’acqua per l’irrigazione: rappresentati dai corpi idrici, le cui acque sono destinate soltanto ai campi coltivati; 3. pensili: corpi idrici in cui la quota del fondo risulta superiore di almeno 1 metro rispetto alla coltura trattata. Non rientrano tra questi corpi idrici le risaie, soggette ad un altro tipo di valutazione e protezione ambientale. |
Difesa guidata o lotta guidata | Metodo di difesa contro i parassiti animali e vegetali, basato su interventi eseguiti con mezzi chimici non più sulla base del calendario, ma dopo aver accertato, con opportuni rilievi in campo (con campionamenti visivi e utilizzo di strumenti quali trappole sessuali, captaspore, pluviografi, termoumettografi) il reale rischio di danno da parte delle avversità. Ha rappresentato la prima tappa verso la razionalizzazione della difesa delle colture. Per l'attuazione della lotta guidata occorre conoscere la biologia degli organismi utili e dannosi, le caratteristiche dei prodotti fitosanitari e disporre di informazioni relative ai parametri che influenzano o meno la comparsa delle malattie fungine. I criteri fondamentali su cui è basata la lotta guidata sono rappresentati dalla soglia di intervento e dalla valorizzazione dell'azione dei nemici naturali. |
Difesa integrata | La Direttiva CE n.128 del 21 ottobre 2009 che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi definisce la difesa integrata come “l’attenta considerazione di tutti i metodi di protezione fitosanitaria disponibili e la conseguente integrazione di tutte le misure appropriate, volte a scoraggiare lo sviluppo di popolazioni di organismi nocivi e che mantengono l’uso dei prodotti fitosanitari e altre forme d’intervento a livelli che siano giustificati in termini economici ed ecologici, riducendo o minimizzando i rischi per la salute umana e per l’ambiente.” Fonte: Manuale di difesa integrata - MIPAAF 2015 |
Diluizione | Aggiunta di un liquido, solitamente acqua, al fine di ridurre la concentrazione di un prodotto fitosanitario prima dell'impiego. |
Direttiva UE | Una Direttiva UE è la definizione di leggi e provvedimenti amministrativi da parte dell’Unione Europea. Coinvolge gli Stati Membri ed è vincolante negli obiettivi da raggiungere. Concede tuttavia a ciascun Stato Membro la libertà di scegliere come raggiungere tali obiettivi, applicando il così detto principio di sussidiarietà. Ciò tiene conto delle differenze naturali e socioeconomiche esistenti tra le diverse regioni dell’Unione. Significa che per molte direttive possono essere necessarie delle modifiche a livello locale, regionale o nazionale al fine di renderne possibile l’applicazione; tali modifiche non dovranno tuttavia esulare dagli obiettivi della Direttiva stessa. |
Disciplinare di produzione | I disciplinari di produzione integrata raccolgono indicazioni utilizzabili da agricoltori e tecnici per ottenere, in modo sostenibile per l’ambiente, produzioni che offrano ai consumatori maggiori garanzie di qualità. L’adozione di questi disciplinari consente agli agricoltori di accedere ad alcune forme di incentivi e di programmi di valorizzazione. La scelta dei principi attivi viene effettuata tenendo conto dell'impatto ambientale e delle caratteristiche tossicologiche. A questo proposito va puntualizzato il fatto che i disciplinari di produzione indicano la sostanza attiva impiegabile e non il formulato commerciale, per cui occorre fare particolare attenzione nella scelta fra i diversi prodotti disponibili, spesso diversi fra loro non solo per il contenuto in titolo di sostanza attiva, ma anche per il tipo di formulazione e a volte per gli aspetti legati all’impatto ambientale e alle caratteristiche tossicologiche. |
Diserbante o erbicida | Sostanza utilizzata per la lotta delle erbe infestanti delle colture o delle aree incolte. In funzione della loro capacità di colpire tutte o in parte le specie vegetali presenti sono classificati in totali e selettivi. |
Diserbante selettivo | Erbicida che sopprime solo certi tipi di piante, senza danneggiare le altre anche se colpite dal prodotto. |
Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) | Per DPI si intendono i materiali destinati ad essere indossati dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio adatto a tale scopo. |
DL 50 (Dose letale 50) | Parametro tossicologico che indica la quantità di sostanza attiva di un prodotto fitosanitario che causa la morte del 50% di animali di laboratorio sottoposti all'esposizione di quel prodotto. Si esprime in milligrammi (mg) di sostanza attiva/kg di peso di animali di laboratorio. |
Dosi Molto Ridotte (DMR) | È una pratica adottata nel diserbo della barbabietola da zucchero e della soia basata sul ricorso a miscele di diserbanti impiegati ciascuno ad una dose compresa tra 1/5 e 1/10 di quella indicata in etichetta. Con l’adozione di tale tecnica si ottiene una riduzione di prodotti complessivamente impiegati pari a circa il 25%. |
Drenaggio | Capacità di un terreno di smaltire l’acqua gravitazionale presente sulla superficie e quella infiltratasi nel suolo. Si può suddividere in interno (relativo all’acqua presente nella porosità) ed esterno (relativo all’acqua che ruscella e quindi legato alla pendenza del terreno). |
Fitotossicità | Azione dannosa dei prodotti fitosanitari sulla pianta che può manifestarsi sotto forma di necrosi, defogliazione, ustioni, alterazioni di funzioni, ecc. |
Frazioni di miscela diluita | Soluzioni contenenti una concentrazione ignota di prodotti fitosanitari; ad esempio, quelle che derivano dalla raccolta in azienda del liquido di lavaggio delle macchine irroratrici. |
Fungicida | Sostanza usata per combattere le malattie causate dai funghi. |
Geodisinfestante | Prodotto idoneo per la disinfestazione del terreno. |
Insetticida | Sostanza attiva o prodotto fitosanitario che ha la proprietà di combattere e contenere gli insetti. |
Interramento dei diserbanti | Si attua generalmente con l’incorporamento dei diserbanti nel suolo mediante una fresatura leggera o con un intervento irriguo per aspersione di 5-10 mm. È una tecnica usata prevalentemente nel settore orticolo, anche se maggiormente onerosa rispetto ad altri tipi di applicazione. |
Irroratrice |
Macchina idonea per la somministrazione di trattamenti liquidi sulle colture.
A seconda del sistema di polverizzazione del liquido, si possono suddividere
nei tipi specificati di seguito: 1. Irroratrici con apparati eiettori ad un solo fluido (liquido antiparassitario); sono rappresentate dalle irroratrici a pressione. 2. Irroratrici con apparati eiettori a due fluidi (liquido antiparassitario e aria); sono rappresentate dagli atomizzatori e dai generatori di aerosol |
ISO (International Organisation for Standardisation) | Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione. Si occupa della redazione di Norme Internazionali (ISO). |
Lisciviazione | Processo per cui le sostanze organiche ed i sali minerali solubili filtrano dagli strati superficiali del suolo verso quelli più profondi per effetto della percolazione delle acque piovane. |
LMR | Livello Massimo di Residui di sostanze attive dei prodotti fitosanitari consentite per legge nei prodotti destinati all’alimentazione umana e animale. |
Localizzazione del trattamento | Consiste nell’applicazione degli erbicidi, contemporaneamente alle operazioni di semina o di sarchiatura, su una striscia di terreno (larga circa 20-25 cm) lungo la fila della coltura di larghezza inferiore a quella dell’interfila. |
Meccanismo d’azione | Modo in cui la sostanza chimica interferisce con i processi vitali degli organismi. |
Misure di mitigazione del rischio | Rappresentano l’attuazione di alcune azioni capaci di ridurre gli apporti di prodotto fitosanitario nelle acque superficiali (o in generale fuori bersaglio) e, conseguentemente, l’esposizione degli organismi acquatici (o degli organismi e piante non bersaglio). |
Nematocida | Prodotto idoneo a combattere i nematodi. |
NOEL (No Observed Effect Level) | Concentrazione o dose senza alcun effetto avverso osservato in studi di tossicità sull’animale. Viene diviso per un fattore di sicurezza variabile (da 10 a 1000) in funzione della tipologia della popolazione a rischio e della quantità di informazioni tossicologiche disponibili. |
Patentino | Il patentino è definito dalla normativa come il certificato di abilitazione all’acquisto e all’utilizzo dei prodotti fitosanitari indispensabile dal 26 novembre 2015 per acquistare tutti i prodotti fitosanitari destinati ad un utilizzo professionale. Questa abilitazione è necessaria anche per coloro che semplicemente utilizzano i prodotti fitosanitari. |
Patogeno | Agente infettivo (funghi, batteri, virus, ecc.) capace di penetrare, diffondersi e accrescersi a spese dei tessuti dell'ospite, inducendo malattie. |
Prevenzione | Azione tesa a prevenire un evento, quale l'infezione o l'infestazione da parte di un dato fitoparassita. |
Prodotto antiparassitario | Prodotto antiparassitario |
Produzione integrata |
“Per produzione integrata si intende quel sistema di produzione agro-alimentare
che utilizza tutti i metodi e i mezzi produttivi e di difesa dalle avversità delle
produzioni agricole, volti a ridurre al minimo l’uso delle sostanze chimiche
di sintesi e a razionalizzare la fertilizzazione, nel rispetto dei principi ecologici,
economici e tossicologici” (Linee Guida nazionali di produzione integrata 2010). “Consiste nella produzione economica di derrate di alta qualità, ottenuta dando priorità ai metodi ecologicamente più sicuri, minimizzando gli effetti collaterali indesiderabili e l’uso di prodotti chimici di sintesi, per aumentare la sicurezza per l’ambiente e la salute umana” (Organizzazione Internazionale di Lotta Biologica - OILB). |
Quaderno di campagna o Registro dei trattamenti | Il registro dei trattamenti noto anche come “quaderno di campagna” è richiamato dal decreto legislativo n. 150 del 14 agosto 2012 all’art. 16. Prevede che gli acquirenti e gli utilizzatori di prodotti fitosanitari conservino presso l’azienda il registro dei trattamenti effettuati nel corso della stagione di coltivazione. Per registro dei trattamenti si intende: un modulo aziendale che riporta cronologicamente l’elenco dei trattamenti eseguiti sulle diverse colture, oppure, in alternativa una serie di moduli distinti, relativi ciascuno ad una singola coltura agraria. Sul registro devono essere annotati tutti i trattamenti effettuati con i prodotti fitosanitari e coadiuvanti ad uso professionale, utilizzati in azienda. Il registro dei trattamenti deve essere compilato anche quando i trattamenti vengono eseguiti per la difesa delle derrate alimentari immagazzinate e per gli impieghi effettuati in ambito extra-agricolo (verde pubblico, diserbo canali, sedi ferroviarie ecc.) La registrazione va fatta entro il periodo della raccolta e comunque al più tardi trenta giorni dall’esecuzione del trattamento stesso. |
Regolazione o taratura | Si intende il settaggio dei parametri operativi della macchina al fine di adattare la distribuzione della miscela (in termini di volume di miscela per ettaro, livello di polverizzazione delle gocce, profilo di distribuzione, entità della portata del ventilatore, ecc.) alle specifiche caratteristiche agronomiche ed ambientali per ciascun singolo trattamento. |
Ruscellamento superficiale o scorrimento superficiale | Movimento sulla superficie del suolo dell’acqua non infiltratasi e dei materiali in essa disciolti e sospesi. Dagli areali agricoli possono essere allontanati, insieme all’acqua, sia prodotti fitosanitari, sia concimi, sia suolo. Può costituire una modalità di immissione di composti nutritivi nelle acque superficiali. |
Selettività degli erbicidi | Capacità espressa da un erbicida di risultare attivo contro una certa gamma di infestanti senza recare danno, nel contempo, alla coltura su cui viene applicato. Si hanno diversi tipi di selettività: di contatto, di ritenzione, di assorbimento radicale, di traslocazione, intrinseca, da antidoti. |
Selettività degli insetticidi e degli acaricidi | È una prerogativa richiesta ai moderni prodotti di sintesi, di risultare cioè efficaci contro i fitofagi e di risparmiare, per quanto possibile, le specie utili, quali: parassitoidi, predatori e pronubi. Si possono distinguere due tipi di selettività: primaria e secondaria. La selettività primaria, intrinseca o fisiologica, dipende in parte dalla struttura chimica e dal tipo di meccanismo biochimico del prodotto fitosanitario e in parte dalla differente costituzione biochimica delle diverse specie. La selettività secondaria dipende invece dalle modalità di assunzione e di somministrazione dei prodotti fitosanitari. |
Sistema di drenaggio | Complesso di opere idrauliche atte ad evitare che nello strato di terreno occupato dall’apparato radicale delle colture si mantengano condizioni di saturazione idrica per periodi di tempo tali da danneggiare o compromettere la produzione vegetale. Può essere realizzato con reti superficiali (affossature) o con reti sotterranee (drenaggio sotterraneo). |
Solco | Si tratta di un fosso superficiale interposto tra il bordo del campo coltivato e il corpo idrico da proteggere aperto parallelamente a quest’ultimo. La corretta localizzazione del solco è decisiva per la sua funzionalità e in ogni caso deve essere ortogonale al flusso di ruscellamento. La realizzazione del solco non costituisce solitamente un grosso problema operativo garantendo una mitigazione discreta degli eventi di ruscellamento più consistenti e molto buona per quelli di minore intensità. |
Sostanza attiva | Parte del formulato antiparassitario che esplica l'azione tossica nei riguardi del patogeno o del fitofago. |
Stadio fenologico o vegetativo | Espressione vegetativa che la pianta palesa in un certo momento del suo sviluppo |
Tempo di carenza o Intervallo di sicurezza | Intervallo di tempo, espresso in giorni, che deve intercorrere fra l'ultimo trattamento con un prodotto fitosanitario e il raccolto. Per le derrate alimentari immagazzinate: fra l'ultimo trattamento e l’immissione al consumo. |
T50 (Tempo di dimezzamento 50) | Tempo necessario perché la concentrazione di una sostanza in un comparto ambientale (es. il terreno) si riduca del 50%. Viene normalmente espresso in giorni. |
Tempo di rientro | Tempo che deve intercorrere dal momento dell’effettuazione di un intervento fitoiatrico, al momento in cui l'operatore può rientrare con sicurezza nell'area trattata senza tuta o equipaggiamento protettivo, allo scopo di effettuare un'attività lavorativa (potatura, diradamento, ecc.). |
TOPPS (Train Operators to prevent Pollution from Point Sources) | Progetto finanziato dall’Unione Europea e dall’Associazione europea dei produttori di Agrofarmaci (ECPA) nell’ambito dei progetti Life Ambiente che si propone di sensibilizzare e di formare gli agricoltori e i tecnici del settore al fine di ridurre in maniera consistente la contaminazione puntiforme delle acque causata dall’uso improprio dei prodotti fitosanitari. |
Trattamento fitosanitario | Applicazione di uno o più agenti di natura fisica, chimica, biologica, avente lo scopo di proteggere o migliorare la produzione agricola. |
UE | Unione Europea. |
Volume del trattamento |
A seconda del volume d'acqua distribuito per ettaro, si distinguono i
trattamenti in: • volume normale (16-30 hl/ha); • volume medio (6-15 hl/ha); • basso volume (1-5 hl/ha); • bassissimo volume (sino a 1 hl/ha); • ultra basso volume o ULV (sino a 0,5 hl/ha). |
Volume residuo diluibile | Volume residuo nel serbatoio che non può essere prelevato dalla pompa. |
Volume residuo nel serbatoio che non può essere prelevato dalla pompa. | È la porzione del volume residuo totale che rimane nel serbatoio dell’irroratrice o che può ritornarvi durante il normale funzionamento della macchina (definizione tratta dalla Norma ISO 13440 del 1996). |
Volume residuo non diluibile | È la porzione del volume residuo totale nell’irroratrice che non può ritornare nel serbatoio principale durante il normale funzionamento dell’irroratrice (definizione tratta dalla Norma ISO 13440 del 1996). Detto anche “volume morto”; tipicamente, si tratta del volume presente nelle tubazioni in mandata, a valle del regolatore di pressione. |
Volume residuo totale | È il volume di miscela residuo nell’irroratrice che non può essere distribuito alla pressione di esercizio desiderata e/o applicando il volume di distribuzione desiderato; tale volume è pari alla somma del residuo nel serbatoio, volume diluibile, e del volume morto, non diluibile (definizione tratta dalla Norma ISO 13440 del 1996). |